Biografia

Gianni Aterrano è nato a Napoli l' 8 Maggio 1934 dalle parti di Piazza Mercato.

Terzultimo dei 10 figli di Giovanni, commerciante di pellami e Carmela Riccio, fu avviato ahli studi classici e prese la maturità all'Istituto Bianchi.

Aveva già cominciato a studiare musica e piano a casa con un insegnante privato; da autodidatta imparò a suonare anche la fisarmonica.
Ma la sua grande passione è stata il pianoforte. Conseguì il diploma del quinto anno a San Pietro a Majella, fu costretto a fermarsi all'ottavo per la morte del padre.

Affrontò la vita. Si appassionò ai ritmi di Benny Goodman e Glen Miller, agli squilli di Louis Armostrong, suoni che lasceranno tracce nei suoi spartiti colmi di swing.

Carriera

A vent'anni formo un quartetto e girò nei locali da ballo, alternando i successi a pezzi classici.

Eduardo De Filippo lo volle nella Scarpettiana che esordiva al Teatro San Ferdinando.
Nel 1956 l'incontro con Sergio Bruni, prima tappa la Piedigrotta della Canzonetta.
Di Bruni, Aterrano fu pianista accompagnatore per molti anni (nel 1958 figurava tra i Cadetti con Andolfi, D'Anna, De Carolis e Schioppa).
Quando il cantante sprofondò nello studio dei classici, avendo deciso d'incidere l'antologia, aumentò lo stipendio di Aterrano affinché fosse a sua disposizione in esclusiva per preparare le canzoni.
Ormai ben apprezzato, Aterrano fu via via arrangiatore e/o accompagnatore di Giacomo Rondinella, Maria Paris, Abbate, Claudio Villa, Domenico Modugno, Gianni Morandi, Nunzio Gallo, Tony Astarita, Peppino Gagliardi, Aurelio Fierro, Mirna Doris, Angela Luce e tanti altri.
Diede musica anche alla voce di Juan de Aragona, fratello della Regina Fabiola del Belgio.
E' stato uno scopritore di talenti. Fu lui a sottrarre all'anonimato un ragazzino di nome Giovanni Calone, nel lontano 1964. Lo fece scritturare dalla Zeus e riuscì a inserirlo nel cast di un giro in America, come spalla di Sergio Bruni, facendosi garante della sua tutela: quell'adolescente diventerà Massimo Ranieri.

Fu ancora lui a lanciare Gianni Nazzaro.

Aterrano lavorò molto anche per la King di Marisa e Aurelio Fierro. Diresse una delle orchestre del Festival nel 1965, 1966 e 1968.
File:gianni_aterrano_aurelio_fierro.jpg|Gianni Aterrano con Aurelio Fierro Presentò come autore ''Notte 'e nustalgia'' (1967), ''E carezze d' 'o munno'' (1968), ''Ciento Notte'' (1969), ''Distrattamente'' (1970)
Partecipò al Disco per l'Estate; a Canzonissima, con la sua canzone ''Ti prego non piangere'', Tony Astarita vinse una puntata alla grande.
Nel 1971, su versi di Alberto Sciotti, realizzò l' ''Inno del Napoli'' (45 giri Shop SHP 2002).
Cantato da Nunzio Gallo al San Paolo prima della partita con la Juve, portò fortuna agli azzurri.
Negli ultimi anni ha creato lo spettacolo ''Che bella cosa è 'na serata 'e sole'': testi di Dino Verde, regia di Don Lurio, Lucia Cassini a far sorridere, Loredana Gallo e Bruno Cuomo a cantare.
Si è esibito con una big band da lui formata (Dedicato a Glenn Miller) e tiene concerti jazz con batteria e contrabbasso.
Potrete riscontrare il suo talento nel cofanetto ''Napoli e un Pianoforte''.

A Gennaio 2005 è stato premiato per il mezzo secolo di attività dal sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino.

Aneddoti

La guarigione di Ranieri

Aterrano accompagnava Ranieri al Festival di Pesaro dove doveva esibirsi la sera stessa. In auto il giovane cantante si sentì male: vomito e febbre!
Poiché aveva sentito parlare da Bruni e Gallo di frate Pancrazio, di grandi doti, Aterrano allungò il cammino per andare da lui al santuario di Loreto.
Il frate esaminò Ranieri e disse: "E' niente, tu stasera lo metti a letto, gli dai aspirina e brodo caldo e domani andrà tutto bene". Frà Pancrazio ripetè quando Aterrano gli precisò che Ranieri doveva esibirsi quella sera stessa: "Non ti preoccupare, domani tutto andrà bene".
Scettico il musicista ripartì per Pesaro. Appena arrivati in teatro, il presentatore Corrado gridò dal palcoscenico: "Potete andare in albergo, il programma è cambiato: Ranieri canta domani!".

Una Pizza a tempo di jazz

Più volte la bravura e l'esperienza di Aterrano, che lui nasconde sotto il disincanto, sono risultate preziose.
Nel 1966 erano già stati incisi i primi dischi di 'A pizza (poi seconda al Festival grazie a Fierro e a Gaber), ma l'arrangiamento sembrava insoddisfacente; trovò la soluzione all'ultimo minuto, tra swing e dixieland, e affidò lo spartito al maestro copista Iaccarino che fece appena in tempo a consegnarlo all'orchestra.